Pasticciaccio italiano


"Er sor Filippo, alto, scuro a soprabito, co la panza un po' a pera e le spalle incartocchiate e un tantinello pioventi, di viso tra impaurito e malinconico, e al mezzo un nasone alla timoniera da prevosto pesce che doveva fare le gran trombe der Giudizio, a soffiallo, aveva l'aria, per quanto commendatorile e ministeriale, sì però, più che altro, un non so che... "

Da qualche parte, qualche recensore di Lakhous scomoda Gadda. Riprendo Quer pasticciaccio brutto e fin dalle prime righe del pantagruelico raccontare mi rendo conto che l'accostamento non è altro che una forzatura del marketing. Quella dello scrittore algerino incardinata sui pregiudizi razziali ed etnici, quella di Gadda su uno scanzonato rimestare di lingua italiana, inframmezzata da riminiscenze dialettali. E dire che anche Gadda, diciamo tecnicamente, adotta una lingua: da milanese si ambienta nella capitale. Ma insomma il romanesco, il veneto, il molisano-campano con cui infarcisce la sua narrazione sono pur sempre variazioni su un tema italiano.

Le due storie, pur essendo sovrapponibili risultano molto diverse. In effetti non deve essere facile sprofondare in una lingua così tanto da permettersi le giravolte di Gadda quando la lingua che stai usando non è quella che hai masticato da quando lallavi dentro il seggiolone.

Ascoltando l'intervista a Elvira Dones la vediamo ritratta come una vera poliglotta ma come ammette essa stessa il suo italiano è lontano dall'essere perfetto. E non è di grammatica e di sintassi che si parla.

Insomma, mi chiedo, esiste anche una parte fisiologica della lingua? Una cosa che deforma il tuo apparato vocale a forza di dire "dui puvrun bagnà 'nt l'oli"*, un modo di costruire le frasi, di scegliere le parole per via del suono familiare, una struttura, un gusto, un aroma che ti si appiccica a livello fisico nei momenti in cui impari una lingua e che non riuscirai più a scrostarti di dosso? E allora mi chiedo ancora: la lingua adottata non manca di tutta questa parte che ha più a che fare con l'imprinting che alla scuola dell'obbligo?

* trad. it. due peperoni bagnati nell'olio. frase cardine del dialetto piemontese. qualunque pedemontano innamorato del suo dialetto, dal Sestriere a Novi Ligure (che sta sempre in Piemonte) vi costringerà a dirla, per provare la vostra ortodossia linguistica e con un perenne sguardo insoddisfatto sentenzierà: dalle nostre parti non lo diciamo così

Commenti

Post più popolari