Invidia

Vorrei che il mio stile di scrittura, per le storie intendo, vivesse la sorprendente fluidità del secondo movimento della prima sinfonia di Gustav Mahler. Comincia con timpano e contrabbasso: una semplice canzoncina infantile, il Frére Jacques trasformato in una marcia funebre, ma con un ritmo ipnotico da Bolero. Roba già sentita ma rieseguita con un tocco singolare e spiazzante.

Poi un diabolico oboe punteggia come un picchio impazzito, un Mozart malinconico e insano. Pungente, impertinente, pedante. Il tutto si apre in un valzer mitteleuropeo che si scioglie in una eco balcanica persino un po' sguaiata e circense di ottoni suonati da baffutissimi bosniaci. Ci sono i cimbali turchi ad accrescere la densità del suono. Un ritmo orientale meridionale senza raffinatezze inutili, tagliato a pezzi grossi e succosi.

Il tutto, rigorosamente Feierlich und gemessen (Solenne e misurato)

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