Solo un eretico


"Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano già occupati." Bertolt Brecht

Mi agito come un praticante devoto per un dio in cui non credo e che, anzi, ritengo ingiusto e crudele. Pagherò questa contraddizione con la vita. Una vita spesa a dar giustificazioni.

Dopo una strenua resistenza nella quale ha rivoltato più volte un grande gatto di peluche, Mina si arrende e si addormenta. Avrebbe voluto rimanere sveglia ancora a scoprire qualcuna di quelle meraviglie che affollano la nostra casa. Piccoli oggetti che fanno rumore, canzoni che fanno battere le manine, cose buone e meravigliose che si mangiano, i mille profumi della mamma. Ma bisogna prima o poi cedere al riposo. Domani la meraviglia, intatta, si aprirà di fronte agli occhi.

La proteggo circondando il letto della sorella maggiore di cuscini. Non voglio succeda nulla di male alle mie figlie. Anzi vorrei potessero crescere coltivando per sempre la meraviglia che non le fa dormire.
Eppure. Per cercare di "garantire loro un futuro" mi sento di collezionare troppi compromessi. Tanto che mi viene il dubbio che il gioco non valga la candela. Lavoro con impegno per un sistema in cui non credo e che ritengo, anzi, ingiusto. Ho un'istinto rivoluzionario, dirompente che ho domato con il buon senso in cambio della stabilità familiare. E mi lascio cullare da un circolo vizioso costruito sui principi cancerogeni della crescita a qualunque costo. E' per questo che lavoro: per far vendere di più, per far crescere le aziende, per far consumare con il sorriso. Non è questo che vorrei lasciare alle mie figlie.

A volte sono mortalmente stanco del buon senso, della partita iva, dei risultati, della formazione. Vorrei soltanto costruire grandi bandiere, cucite da mucchi di stracci, regalare libri, andare in giro per la città a guardare cosa si nasconde in alto, sopra la linea dello sguardo.

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