Tore a mare


Tore ha nelle orecchie gli strilli di mamma mentre scende a mare. Non ti sporcare.
Corre per il sentiero di ghiaia sulla punta dei piedi.Fai presto, Non cadere, Non ti bagnare, Non prendere animali. Per il viaggio gli hanno messo un vestito bello e ruvido. Da un mese gli ripetono di fare il bravo che vanno tutti quanti a stare Attorino. Attorino è il posto della fabbrica dove sta papà. Niente di male, pensa. Immagina Attorino come un paese uguale al suo: bambini, alberi di fichi, lucertole, vecchie sedute nella via a parlare. Gli dicono che Attorino non ci sta il mare, però. Tore arriva fino alla cala dove si raggiunge l'acqua. Di fronte alle minuscole onde si accorge che non ha preso un bicchiere, un barattolo, un cucchiaio, per portarsene via un po'. Mamma gli dice Sei una testa vuota, lo dice tutti i giorni. Tore si siede sullo scoglio e lascia che gli occhi si riempiano d'acqua. Così se la porta Attorino.
Finché qualcuno, da casa, grida il suo nome.


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